Cosmo Damiano Delli Bergoli
Business Unit Lead di Armundia Group
Come ti ha coinvolto la nuova organizzazione interna di Armundia?
Oggi sono responsabile di una Business Unit dedicata a un importante cliente bancario, che seguo da quasi quattro anni. Fino alla nuova organizzazione aziendale me ne sono occupato come project manager seguendo gli sviluppi tecnici del progetto, la crescita del cliente e le evoluzioni delle opportunità commerciali. Una crescita che è culminata con l’implementazione della nostra nuova piattaforma di Wealth Management e Private Banking chiamata 3SIXTY / ADVISORY.
Come è cambiato e come cambierà il tuo lavoro?
Da risorsa a supporto dei manager del consiglio di amministrazione, oggi sono diventato riferimento unico, tecnico e commerciale, per il cliente della mia BU. Dirigo un team composto da circa 15 persone collocate nelle diverse sedi di Armundia – Empoli, Roma, Milano, L’Aquila e Tirana – che operano sul cliente sia con attività operative di sviluppo informatico che con servizi IT di manutenzione. A breve seguirò anche il business estero della nuova start-up del Gruppo Armundia con base a Londra, Armundia United Kingdom appunto. Personalmente e professionalmente si tratta di una sfida importante che non vedo l’ora di affrontare.
Come vivi questo momento di evoluzione aziendale?
Con entusiasmo. Sono entrato in Armundia più di sei anni fa e siamo in qualche modo cresciuti assieme. Il passaggio generazionale, all’interno di questo percorso di crescita comune, l’ho quindi vissuto prima di tutto grazie alla fiducia da parte dell’azienda. Ricordo tutti i momenti e i passaggi evolutivi che abbiamo attraversato e che mi hanno preparato a quello che sta avvenendo ora e che avverrà in futuro.
Quali sono i valori di Armundia che la nuova generazione di manager porta avanti?
Sicuramente la propensione all’innovazione. Ho lavorato precedentemente anche in altri contesti e posso riconoscere che il senso originale, collegato ai valori su cui l’azienda è stata fondata, è proprio questo: progettare qualcosa non in funzione dei fattori di vendita ma con modalità distruptive per il mercato, con prodotti realmente innovativi e su misura. Questo è un approccio in cui mi sono subito ritrovato e che ho sempre portato avanti anche nello sviluppo di nuovi business: capiamo insieme al cliente quali sono le sue necessità e poi raccogliamo il know-how interno per realizzare una soluzione nuova cucita addosso alle esigenze emerse. L’arte di inserirsi sul mercato in modo specifico e ricercato rispetto a chi hai di fronte non è per niente scontato ed è ciò che fa la differenza.
Tra le competenze che hai maturato, quali ritieni siano distintive nella tua crescita umana e professionale?
Le competenze tecniche sono fondamentali nel mio lavoro e sono sicuramente figlie delle varie attività che ho svolto nel corso degli anni all’interno di Armundia. Tra le soft skill penso sia molto importante la capacità di comunicare con le persone e con i clienti in particolare, un ambito difficile e sfidante, soprattutto per una persona di 31 anni come me. Sapersi esprimere chiaramente, ascoltare attentamente e comprendere le esigenze degli altri è essenziale per costruire relazioni solide e per lavorare in modo efficace all’interno di un team. La fiducia di chi ha creduto in me ha innescato un circolo virtuoso che mi ha portato a crescere anche in contesti evoluti e complessi, aiutandomi a creare quell’esperienza che oggi è indispensabile per il nuovo ruolo che ricopro.
Perché è così importante saper innovare con visione e responsabilità?
Il modo di lavorare in Armundia è sempre molto verticale e collegato ai bisogni delle persone e dei clienti. L’innovazione non può essere fine a sé stessa: non si innova per costruire grattacieli sulle nuvole, lo si fa per rispondere a determinate necessità. La sfida dell’innovazione sta proprio nel passaggio tra futuristico e futuribile, ovvero nella messa a terra dei processi evolutivi all’interno di ecosistemi fertili che consentano di utilizzare questi processi in modo pratico. Perseguendo obiettivi chiari che siano, appunto, costruiti sui bisogni attuali delle persone e rispondendo a quelli futuri che oggi non sono intercettati dal mercato, attraverso una linea retta tra il futuro brillante e appariscente così come viene proposto e la strada per arrivarci.
È questo, quindi, il senso della trasformazione digitale del mondo bancario e assicurativo?
Il passaggio a piattaforme digitali evolute è inevitabile se le banche voglio rimanere competitive sul mercato. La trasformazione digitale è una grande opportunità perché consente di evolvere i modelli di servizio e dare una risposta chiara alle nuove necessità della clientela – dal segmento tradizionale a quello della next generation. Adottando uno strumento digitale strategico unico, la banca è oggi in grado di innovare i processi, supportare servizi ad alto valore aggiunto e al contempo razionalizzare i costi e assicurare l’integrazione con le proprie infrastrutture IT legacy o moderne esistenti.